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Piaghe da decubito
Le piaghe da decubito, note anche come lesioni da compressione od ulcere da decubito, sono ferite di difficile guarigione, lesioni cutanee che solitamente portano a necrosi
del tessuto: le piaghe non interessano solamente gli strati superficiali della cute (epidermide, derma) ma si spingono più in
profondità, fino a raggiungere gli strati sottocutanei, la muscolatura e le ossa.
La causa che porta alla formazione di piaghe da decubito non è degenerativa, né infettiva od incognita: le lesioni sono provocate da una posizione statica del soggetto, costretto all'immobilità prolungata per vari motivi, quali ingessatura, rottura delle ossa degli arti, obesità grave, gravidanza a rischio (che obbliga la donna all'immobilità a letto); talvolta, anche l'uso di farmaci può indurre il soggetto alla permanenza a letto. In simili circostanze, il soggetto è costretto ad assumere una posizione statica, che provoca uno scorretto afflusso ematico locale, perché i vasi sanguigni subiscono una compressione; ne consegue un aumento della pressione che, superando i 40 mm di mercurio, potrebbe provocare l'ostruzione dei vasi, la coagulazione e la morte del tessuto (necrosi).
Le piaghe da decubito, note anche come lesioni da compressione od ulcere da decubito, sono ferite di difficile guarigione, lesioni cutanee che solitamente portano a
necrosi del tessuto: le piaghe non interessano solamente gli strati superficiali della cute (epidermide, derma) ma si
spingono più in profondità, fino a raggiungere gli strati sottocutanei, la muscolatura e le ossa.
La causa che porta alla formazione di piaghe da decubito non è degenerativa, né infettiva od incognita: le lesioni sono provocate da una posizione statica del soggetto, costretto all'immobilità prolungata per vari motivi, quali ingessatura, rottura delle ossa degli arti, obesità grave, gravidanza a rischio (che obbliga la donna all'immobilità a letto); talvolta, anche l'uso di farmaci può indurre il soggetto alla permanenza a letto. In simili circostanze, il soggetto è costretto ad assumere una posizione statica, che provoca uno scorretto afflusso ematico locale, perché i vasi sanguigni subiscono una compressione; ne consegue un aumento della pressione che, superando i 40 mm di mercurio, potrebbe provocare l'ostruzione dei vasi, la coagulazione e la morte del tessuto (necrosi).
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